visto, dopo anni, diario di un maestro di vittorio de seta, uscito in dvd con il corriere. è uno sceneggiato televisivo rai del 1972, che all'epoca - in quattro serate del febbraio-marzo 1973 - fece 12 milioni di spettatori. ricordarlo ora è ingenuo, naturalmente, al di là del dato storico. ma scoprire il film, sintesi di un'ora e mezza dell'intero girato, è commovente. ispirato a un libro di albino bernardini, pubblicato sei anni prima, irrigato dalla memoria di lettera a una professoressa di don milani, diario di un maestro racconta la battaglia di un giovane insegnante napoletano, che si vede assegnare una classe in una scuola elementare del tiburtino, alle porte di roma. una classe di ultimi fra gli ultimi, di teppisti e ladruncoli e figli di baraccati, una classe di sedie vuote, perché molti nemmeno si presentano. e nessuno li va a cercare.
il nuovo maestro, sì. impolverandosi le scarpe nella periferia, tra casermoni che sembrano funghi spuntati dal nulla per dare un tetto a chi però non può permettersi un letto (e, dunque, dorme sui materassi), incontrando gli abitanti di bidonville surreali, nelle quali il lampadario è appeso "perchè fa una bella ombra sulle pareti", tanto non c'è la luce e si campa vendendo aglio e rottami. che fa il maestro, subito osteggiato da colleghi teatrali nel porsi come i rispettivi interpreti nel recitare? capisce di dover partire dal mondo dei ragazzi che incontra in classe e allora abolisce le lezioni mandate a memoria sulla rivoluzione francese e su giovanni pascoli ("che ha scritto anche cattive poesie") e conquista gli allievi seguendoli nella caccia alle lucertole. anzi, portando le lucertole in classe. seguito, a sua volta, dagli allievi. e poi trasforma la pedana della cattedra in uno scaffale per i libri (!), si mescola agli studenti, li coinvolge rendendoli attivi, propone votazioni e cassa comune, sollecita la loro curiosità sul lavoro minorile o sulle storie familiari (dunque vive) legate alla seconda guerra mondiale, arriva all'ardire di ospitare un ex ladro in classe, per far riflettere sui modelli sbagliati e sulle loro conseguenze. trasforma quattro pareti nude e opache in un collage di lavori di gruppo, di idee, colori, speranze.
con l'approssimarsi degli esami, sembrerà sconfitto, un john keating di periferia per cui nessuno può salire suoi banchi. ma non smetterà di combattere.
a tanti anni di distanza, diario di un maestro è ancora un piccolo miracolo: per la battaglia civile prima che educativa del protagonista, che oggi sembra l'eco di un'epoca lontana. per il modo in cui la macchina da presa fruga tra i giovanissimi allievi (vengono in mente pasolini ed essere e avere di philibert molto più che la classe di cantet), per i volti che sono ancora scavati dalla miseria e per l'italia che scorre là fuori, assolata, vuota, dimenticata, perfettamente inquadrata da de seta in modo che appaia distante e separata dalla metropoli. distanze che, a ben vedere, esistono ancora, in un paese con altre lingue, altre periferie, altre metropoli.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte - domani, mercoledì 9 maggio, brama di vivere, di minelli, al ligera di via padova per la rassegna de la scheggia su cinema e pittura.
la rassegna gratuita del comune su cinema e cucina
io sono li, di segre al cinema mexico di via savona
treninellanotte@gmail.com
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