cena tra amici, di la patellière-delaporte, con patrick bruel, valérie benguigui, francoise fabian (fra-bel/2012/109')
non è il nostro nome di battesimo a determinare chi siamo. il nome è un'etichetta: ciò che conta è il vino nella bottiglia. che può costare molto e valere poco (e viceversa). è tutta giocata sulla distanza fra apparenza e sostanza questa tagliente commedia da camera che non esce quasi mai da un salotto borghese di parigi, ma nemmeno ci fa venir voglia di spalancare la finestra. perché offre al pubblico il gioco al massacro - più privato, non certo meno feroce di carnage - di una piccola tribù di amici e parenti, scatenato dalla scelta di un nome "socialmente improponibile" per un bambino che deve ancora nascere. le prénom è il titolo originale ma le prénom è anche la molla con la quale scatta il meccanismo del film, svelata fin dai titoli di testa, in cui attori, autori, tecnici compaiono solo con il loro primo nome.
ed è un trucco, un espediente, appunto, il nome diventa la metafora di ciò che gli altri credono di noi o di ciò che noi facciamo credere agli altri. bastano una burla, uno screzio, un rancore, un equivoco; bastano il cibo, la notte, l'amicizia che strappa le maschere e la verità può venir fuori, indesiderata e inattesa, facendoci apparire un po' di più quello che siamo. ma, inevitabilmente, cambiando tanto l'immagine e i rapporti, quanto la memoria di ciò che è stato: o, meglio, l'immagine, i rapporti e il passato che ci venivano attribuiti. chiarendoli, se si vuole. e infatti, nei titoli di coda, attori, autori e tecnici ritrovano il loro cognome, accanto alle foto di quando erano bambini. prima che cominciasse la grande messa in scena.
adattamento per il cinema di un testo teatrale (i cui autori sono anche i registi della pellicola), costruito sullo scontro fra due poli, l'intellettuale di sinistra e il qualunquista in suv, cena tra amici non perde colpi e non fa prigionieri. conferma come l'affetto più radicato nasconda segreti, bugie e pregiudizi, come dirsi mentalmente aperti non significhi essere mentalmente aperti, come il cuore sia un muscolo incredibilmente vulnerabile. e ci ricorda che il destino può essere il regista più abile, ironico, fantasioso e sadico.
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