la ballata dell'odio e dell'amore, di alex de la iglesia, con antonio de la torre, carlos areces, carolina bang (spa/2010/107')
la battuta chiave di questo film arriva poco prima del finale. la pronuncia il fantasma di un vecchio clown: "se non puoi farli divertire, falli spaventare". il motto ideale per un pagliaccio triste che diventa belva per amore e vive per riconquistare una bella acrobata. arriverà, in effetti, a incidersi sul volto l'infelicità cui l'infanzia - e un'antica vendetta - lo hanno condannato e si batterà fino all'ultimo con il rivale in amore, un pagliaccio allegro, addirittura sfregiato in una smorfia di gioia perenne. ma - dopo uno spiazzante incipit nei giorni della guerra civile - la vicenda è ambientata nella spagna degli ultimi anni di franco e, fin dai formidabili titoli di testa, pone sullo stesso piano le maschere del circo e della tv con i potenti in uniforme o in abiti ecclesiastici.
perché tutto è doppio: un clown malinconico che diventa una macchina da guerra addobbata di paramenti sacri, un clown amato dai bimbi che beve e picchia la sua donna, un'acrobata innamorata di due uomini, un paese costruito sulla violenza e il disprezzo che distrae la sue gente con i pagliacci. alex de la iglesia aveva 9 anni quando franco morì, nel 1975. evidentemente li ricorda anche lui quei programmi tv che scorrono sui titoli di coda. souvenir di una spagna in cui c'era qualcuno che ti faceva ridere ma, nel frattempo, c'era soprattutto qualcuno che ti faceva vivere in prigionia da decenni.
il trailer
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domani, 14 novembre, la presentazione di tracce.tv, progetto online di documentari sul territorio. appuntamento in cascina cuccagna alle 18 (via cuccagna 2/4, segue degustazione)
l'appuntamento di domenica 18 con le proiezioni della scighera: case che resistono, di fantoni minnella
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