per giovanissimi (di cuore, di occhi, di età): appuntamento con il cinema di animazione di bruno bozzetto domani, domenica 7, alle 15.30 al museo del cinema
per cultori: lo specchio di andrei tarkovsky, domani - domenica 7 - alle 21.15 in via de castillia 8, organizza zarbo cine d'essai.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte:
la rassegna di lunghi e corti allo spaziocinema nell'ambito di kuminda
la rassegna su cinema e giornalismo all'oberdan
treninellanotte@gmail.com
sabato 6 ottobre 2012
è il momento di rivedere
io la mattina alle cinque sono sempre in piedi: questo è il segreto del mio successo!
e io alle cinque vado a dormire: questo è il segreto delle mie pezze al sedere
(da il gaucho, di risi)
leggo di questa storia venuta fuori in argentina: un tale di pomigliano, trasferitosi laggiù anni fa, viene scaricato dalla compagna-megera (o è colpa sua?) e ora vive per strada, senza poter rientrare in italia. forse non vuole rientrare, forse non riesce, non è chiaro. e mi torna in mente una commedia italiana di metà anni '60, il gaucho, di dino risi, vista per intero credo solo una volta, chissà quando. anche qui gassman è il bruno cortona di turno nell'italia del boom che sta già sgonfiandosi, il maschio maneggione che in fondo è un'architrave delle sceneggiature di casa nostra, da sempre. rispetto a il sorpasso, però, ne il gaucho ha fatto carriera, fa l'incaricato delle pubbliche relazioni di una modesta casa di produzione cinematografica e deve accompagnare a un festival, in argentina, un manipolo di gente del cinema, un bel pacco di soggetti, attrici in carriera e uno squallido sceneggiatore.
il ritratto che ne esce, amaro e graffiante alla maniera di risi (con lui scrivono scola, maccari, pinelli e ho detto tutto), non è solo quello del mondo dei cinematografari, ma anche quello degli italiani all'estero (ignoranti, chiassosi e... pieni di debiti) all'eterna ricerca di una sistemazione, convinti che al banchetto del nuovo benessere ci possano essere briciole per tutti. il film, però, è anche un viaggio fra i nostri connazionali che la fortuna l'hanno cercata in sudamerica, con alterni risultati. e la storia del tizio di pomigliano mi ha fatto pensare proprio a nino manfredi che, ne il gaucho, è un romano finito a buenos aires per impoverirsi.
non troppo amato dalla critica, "girato in fretta, con una carica di volgarità e cattiveria umoristica genuina", disse gassman anni dopo, è quasi un film preveggente: gli anni ruggenti della ricerca dell'oro sono diventati una cartolina in bianco e nero. o forse grigio nebbia. anche se di personaggi alla gassman se ne trovano sempre.
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte
il weekend dello spazio oberdan, con doppio truffaut!
il laboratorio di cinema del giambellino al via il 9 ottobre
treninellanotte@gmail.com
e io alle cinque vado a dormire: questo è il segreto delle mie pezze al sedere
(da il gaucho, di risi)
leggo di questa storia venuta fuori in argentina: un tale di pomigliano, trasferitosi laggiù anni fa, viene scaricato dalla compagna-megera (o è colpa sua?) e ora vive per strada, senza poter rientrare in italia. forse non vuole rientrare, forse non riesce, non è chiaro. e mi torna in mente una commedia italiana di metà anni '60, il gaucho, di dino risi, vista per intero credo solo una volta, chissà quando. anche qui gassman è il bruno cortona di turno nell'italia del boom che sta già sgonfiandosi, il maschio maneggione che in fondo è un'architrave delle sceneggiature di casa nostra, da sempre. rispetto a il sorpasso, però, ne il gaucho ha fatto carriera, fa l'incaricato delle pubbliche relazioni di una modesta casa di produzione cinematografica e deve accompagnare a un festival, in argentina, un manipolo di gente del cinema, un bel pacco di soggetti, attrici in carriera e uno squallido sceneggiatore.
il ritratto che ne esce, amaro e graffiante alla maniera di risi (con lui scrivono scola, maccari, pinelli e ho detto tutto), non è solo quello del mondo dei cinematografari, ma anche quello degli italiani all'estero (ignoranti, chiassosi e... pieni di debiti) all'eterna ricerca di una sistemazione, convinti che al banchetto del nuovo benessere ci possano essere briciole per tutti. il film, però, è anche un viaggio fra i nostri connazionali che la fortuna l'hanno cercata in sudamerica, con alterni risultati. e la storia del tizio di pomigliano mi ha fatto pensare proprio a nino manfredi che, ne il gaucho, è un romano finito a buenos aires per impoverirsi.
non troppo amato dalla critica, "girato in fretta, con una carica di volgarità e cattiveria umoristica genuina", disse gassman anni dopo, è quasi un film preveggente: gli anni ruggenti della ricerca dell'oro sono diventati una cartolina in bianco e nero. o forse grigio nebbia. anche se di personaggi alla gassman se ne trovano sempre.
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte
il weekend dello spazio oberdan, con doppio truffaut!
il laboratorio di cinema del giambellino al via il 9 ottobre
treninellanotte@gmail.com
venerdì 5 ottobre 2012
voci
tornare alle origini del cinema, rivivere l'epoca del muto, ma anche studiare i classici del genere d'azione e i migliori film restaurati. è tutto nel programma di seminari di "first national", un'associazione milanese che in questi giorni ha ripreso la sua attività, giunta al diciannovesimo anno. il 9 ottobre, in particolare, comincia una rassegna in dieci appuntamenti (ogni martedì alle 21) dedicati al primo cinema sonoro e, quindi, anche al tramonto della gloriosa era del muto. molti i temi toccati: dal rapporto con la musica a metropolis, dai musical di chaplin a stanlio&olio.
tutto in via bianchi 24, iscrizioni e contatti all'indirizzo email che trovate in fondo a questa pagina.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte
il nuovo appuntamento del sabato pomeriggio con le "cinemerende" de "la scheggia"
il nuovo calendario di "rivediamoli", film all'anteo e all'apollo, ingresso 2.50 euro
treninellanotte@gmail.com
giovedì 4 ottobre 2012
cartellone
adoro, i griffin. non come le prime 7, 8 stagioni dei simpson, ma quasi. perché sono scorretti, non educativi, platealmente volgari, certamente sconsigliati dal moige. perché si concedono libertà creative deliziose. perché ricorrono continuamente a flashback surreali per spiegare ciò che sta accadendo. perché brian è il cane che tutti vorremmo avere. ecco perché dei cinque film di questo weekend (cominciato oggi) segnalo ted, di seth macfarlane, inventore dei griffin e qui regista. anche se non mi aspetto la stessa cattiveria dei griffin, forse non proponibile al cinema.
e poi, sì, c'è un sapore di ruggine e ossa, di audiard, il regista del bellissimo il profeta. ma purtroppo credo avrà meno seguito. facciamo due conti: ted esce in 320 sale, step up 4 (che non andrei a vedere nemmeno a pagamento) 283. totale: 603 sale. audiard ne ha 95.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte - il nuovo programma del cineforum del gregorianum di via settala
dall'11 ottobre il festival del cinema dedicato ai ciclisti
treninellanotte@gmail.com
e poi, sì, c'è un sapore di ruggine e ossa, di audiard, il regista del bellissimo il profeta. ma purtroppo credo avrà meno seguito. facciamo due conti: ted esce in 320 sale, step up 4 (che non andrei a vedere nemmeno a pagamento) 283. totale: 603 sale. audiard ne ha 95.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte - il nuovo programma del cineforum del gregorianum di via settala
dall'11 ottobre il festival del cinema dedicato ai ciclisti
treninellanotte@gmail.com
agenda
per chi ha amato reality, per chi non lo ha amato, per chi ha visto solo gomorra, per chi ha scoperto matteo garrone ai tempi de l'imbalsamatore. una panoramica dei suoi film al museo interattivo del cinema di viale testi. qui per sapere tutto.
più rosso che blu
il rosso e il blu, di giuseppe piccioni, con margherita buy, riccardo scamarcio, roberto herlitzka (ita, 2012, 90' - dal libro di marco lodoli) - all'apollo di milano
vetrinometro: cinque vetrine
«un giorno ho detto in classe: "scrivete sul quaderno questi titoli di romanzi, per chi quest'estate avesse voglia di leggere qualcosa di interessante", e quasi tutti i miei alunni hanno preso il telefonino. "dico, scrivete questi titoli", e una simpatica ragazza di tor bella monaca ha replicato seria seria: "li sto scrivendo al cellulare cosí stanno al sicuro"».
(da il rosso e il blu, di lodoli)
il sapere rischia di morire, ridotto a nozioni da quiz televisivo o cruciverba prima di dormire. in sé e per sé è inutile come il pianto antico recitato occupandosi del ritmo e non del significato. poi irrompono i tempi e i modi imprevedibili della vita, il caos delle passioni, il bisogno di trovare un senso (oddio, dal carducci a vasco) e torna indispensabile cercare risposte in chi ha già scritto, dipinto, composto, forse anche fatto film. e così, l'anziano professore, forse già conscio di problemi di salute che renderanno inutile il salto dalla finestra, lascia agli studenti pronti per le vacanze un testamento spirituale che ribalta la sua figura di vecchio scettico. e restituisce una speranza, pur flebile, alla sua professione.
è il momento-chiave, secondo me, di un film che racconta tre fasi nella vita di - credo - molti insegnanti ma - credo - non solo insegnanti. c'è il giovane supplente irrorato di passione però ancora un po' troppo studente (si siede fra i banchi, cade in aula, attende l'ultima campanella come l'esplosione di una bomba) e, soprattutto, un po' troppo ragazzo. c'è la preside più professionale, che ha portato la propria vita fuori dalle classi, dove alla lunga non sopporterebbe di avere tra i piedi nemmeno un cane (complimento indiretto a un marito noiosissimo), anche perché la madre è costretta a farla a scuola: cameriera, tassista, assistente sociale, infermiera, educatrice (pure del supplente). e c'è l'anziano prof disincantato che non legge più i libri perché li sa a memoria, ma in realtà sembra sapere a memoria la vita. finché quella ti sorprende, molto più di quanto possa fare qualunque pagina o fotogramma.
e come ti sorprende, la vita? restituendoti qualcosa che hai seminato - magari distrattamente - e che poi avevi dimenticato o perso. come una lezione di cui tutti parlavano con entusiasmo, una delle tante. in fondo, nella carriera di un docente, le lezioni fatte si accumulano come le penne usate. che poi, magari, si smarriscono, e si ripescano dove meno te lo aspetti.
il rosso e il blu conserva il tratto amaro e riflessivo del cinema di piccioni e il gusto del regista romano nel raccontare piccole rivoluzioni in vite normali (penso a fuori dal mondo e la vita che vorrei), costruendo un film che decolla davvero solo quando è in scena herlitzka, al punto che si arriva a desiderare lui come vero, unico protagonista. e invece, la vicenda della preside e di brugnoli più che aperta sembra irrisolta, interrotta proprio quando i personaggi cominciano davvero a trasformarsi e quella del supplente, malgrado spunti brillanti (la sedia che non si trova) e affettuosi (la visita in cartoleria), sfiora lo scamarcismo, il tremetrisopralacattedra.
e poi c'è l'inserto dello studente romeno e della sua fidanzata fatale, fotografia di un'italia in cui un immigrato deve sempre dire grazie e, pur di garantire al figlio un futuro migliore in questo paese, copre un mancato parricidio. quasi un soggetto per un altra pellicola. qui, invece, completamento di un aspetto centrale di il rosso e il blu, la riflessione sul rapporto fra dentro e fuori la scuola. ma che non sembra dialogare davvero con il resto del film, anche se è interessante la scelta di girare gli sfoghi della ragazza con il telefonino dello studente, segnalando il salto generazionale fra due modi di raccontare con le immagini in movimento.
resta infine interessante il confronto con il trailer, che attira con la promessa di una commedia d'altri toni. e, giustamente, nasconde il meglio.
treninellanotte@gmail.com
vetrinometro: cinque vetrine
«un giorno ho detto in classe: "scrivete sul quaderno questi titoli di romanzi, per chi quest'estate avesse voglia di leggere qualcosa di interessante", e quasi tutti i miei alunni hanno preso il telefonino. "dico, scrivete questi titoli", e una simpatica ragazza di tor bella monaca ha replicato seria seria: "li sto scrivendo al cellulare cosí stanno al sicuro"».
(da il rosso e il blu, di lodoli)
il sapere rischia di morire, ridotto a nozioni da quiz televisivo o cruciverba prima di dormire. in sé e per sé è inutile come il pianto antico recitato occupandosi del ritmo e non del significato. poi irrompono i tempi e i modi imprevedibili della vita, il caos delle passioni, il bisogno di trovare un senso (oddio, dal carducci a vasco) e torna indispensabile cercare risposte in chi ha già scritto, dipinto, composto, forse anche fatto film. e così, l'anziano professore, forse già conscio di problemi di salute che renderanno inutile il salto dalla finestra, lascia agli studenti pronti per le vacanze un testamento spirituale che ribalta la sua figura di vecchio scettico. e restituisce una speranza, pur flebile, alla sua professione.
è il momento-chiave, secondo me, di un film che racconta tre fasi nella vita di - credo - molti insegnanti ma - credo - non solo insegnanti. c'è il giovane supplente irrorato di passione però ancora un po' troppo studente (si siede fra i banchi, cade in aula, attende l'ultima campanella come l'esplosione di una bomba) e, soprattutto, un po' troppo ragazzo. c'è la preside più professionale, che ha portato la propria vita fuori dalle classi, dove alla lunga non sopporterebbe di avere tra i piedi nemmeno un cane (complimento indiretto a un marito noiosissimo), anche perché la madre è costretta a farla a scuola: cameriera, tassista, assistente sociale, infermiera, educatrice (pure del supplente). e c'è l'anziano prof disincantato che non legge più i libri perché li sa a memoria, ma in realtà sembra sapere a memoria la vita. finché quella ti sorprende, molto più di quanto possa fare qualunque pagina o fotogramma.
e come ti sorprende, la vita? restituendoti qualcosa che hai seminato - magari distrattamente - e che poi avevi dimenticato o perso. come una lezione di cui tutti parlavano con entusiasmo, una delle tante. in fondo, nella carriera di un docente, le lezioni fatte si accumulano come le penne usate. che poi, magari, si smarriscono, e si ripescano dove meno te lo aspetti.
il rosso e il blu conserva il tratto amaro e riflessivo del cinema di piccioni e il gusto del regista romano nel raccontare piccole rivoluzioni in vite normali (penso a fuori dal mondo e la vita che vorrei), costruendo un film che decolla davvero solo quando è in scena herlitzka, al punto che si arriva a desiderare lui come vero, unico protagonista. e invece, la vicenda della preside e di brugnoli più che aperta sembra irrisolta, interrotta proprio quando i personaggi cominciano davvero a trasformarsi e quella del supplente, malgrado spunti brillanti (la sedia che non si trova) e affettuosi (la visita in cartoleria), sfiora lo scamarcismo, il tremetrisopralacattedra.
e poi c'è l'inserto dello studente romeno e della sua fidanzata fatale, fotografia di un'italia in cui un immigrato deve sempre dire grazie e, pur di garantire al figlio un futuro migliore in questo paese, copre un mancato parricidio. quasi un soggetto per un altra pellicola. qui, invece, completamento di un aspetto centrale di il rosso e il blu, la riflessione sul rapporto fra dentro e fuori la scuola. ma che non sembra dialogare davvero con il resto del film, anche se è interessante la scelta di girare gli sfoghi della ragazza con il telefonino dello studente, segnalando il salto generazionale fra due modi di raccontare con le immagini in movimento.
resta infine interessante il confronto con il trailer, che attira con la promessa di una commedia d'altri toni. e, giustamente, nasconde il meglio.
treninellanotte@gmail.com
mercoledì 3 ottobre 2012
il pregiudizio della settimana
mio fratello è figlio unico perché non ha mai criticato un film senza prima, prima vederlo
(da mio fratello è figlio unico, di rino gaetano)
sono uscite un po' di interviste sul set di una famiglia perfetta, di paolo genovese. quello di immaturi. che, come reato, potrebbe bastare. tanto più che lo ha reiterato. ma insomma, dice sergio castellitto che il film unirà cinismo e crudeltà alla dolcezza. quando paolo genovese farà un film cinico e crudele, mi faro crescere i capelli come un rasta. appuntamento al 3 gennaio, comunque. felice di sbagliarmi. (sopra, il cast),
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte
da martedì 9 ottobre, la rassegna gli imperdibili del cinema di via palestrina; ingresso, 5 euro. inizio alle 21. tra i titoli, quasi amici (il 9/10), a simple life (il 23/10), tatarak, di wajda (il 6/11), mosse vincenti (il 13/11), scialla! (l'11/12) - non fantasiosissima, come proposte, se si considera che sono riusciti a infilarci anche the artist e carnage...
altri cineforum in partenza a milano
derek jarman all'oberdan
treninellanotte@gmail.com
(da mio fratello è figlio unico, di rino gaetano)
sono uscite un po' di interviste sul set di una famiglia perfetta, di paolo genovese. quello di immaturi. che, come reato, potrebbe bastare. tanto più che lo ha reiterato. ma insomma, dice sergio castellitto che il film unirà cinismo e crudeltà alla dolcezza. quando paolo genovese farà un film cinico e crudele, mi faro crescere i capelli come un rasta. appuntamento al 3 gennaio, comunque. felice di sbagliarmi. (sopra, il cast),
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte
da martedì 9 ottobre, la rassegna gli imperdibili del cinema di via palestrina; ingresso, 5 euro. inizio alle 21. tra i titoli, quasi amici (il 9/10), a simple life (il 23/10), tatarak, di wajda (il 6/11), mosse vincenti (il 13/11), scialla! (l'11/12) - non fantasiosissima, come proposte, se si considera che sono riusciti a infilarci anche the artist e carnage...
altri cineforum in partenza a milano
derek jarman all'oberdan
treninellanotte@gmail.com
monetine
flaiano, ennio: sceneggiatore di 8 1/2, la dolce vita, i vitelloni, signore e signori, fantasmi a roma.
treninellanotte@gmail.com
martedì 2 ottobre 2012
è il momento di rivedere
c'è questa storia capitata a torino. dicembre 2011, un'auto investe una famiglia sulle zebre, muore un bambino, i genitori sono gravemente feriti. tra lo sgomento della folla e la fretta dei soccorsi, spariscono l'orologio e l'iphone del padre. salta fuori ora che, a rubare il telefono, furono un gruppo di ragazzini di 13, 14 anni. uno di loro porta a casa l'iphone e il papà gli consiglia, semplicemente, di cambiare la sim. la vicenda emerge a scuola, orecchiata da una prof e ora l'uomo ha patteggiato tre mesi per ricettazione, mentre il ragazzino riceverà un sostegno educativo.
non è più nemmeno solo l'incapacità dei padri a educare (come in in un mondo migliore, della blier): è la logica del farla franca e del farsi furbi (il mondo è tondo e chi non sa stare a galla va a fondo, insegnava tognazzi al suo bimbo nel primo episodio de i mostri), ma anche del comprarsi la coscienza pulita. comprarsela mentendo o comprarsela materialmente, come i padri dei giovani stupratori nel superbo poetry, di lee chang-dong.
tra l'altro, tutti film che è possibile vedere anche su iphone. male, ma si può.
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte
il festival del cinema russo all'apollo di milano
giovedì 4 ottobre i monty phyton tornano in via padova...
treninellanotte@gmail.com
lunedì 1 ottobre 2012
imperdibile
l'uomo che amava le donne, di truffaut, uno dei film più belli e irripetibili del nume tutelare di treninellanotte. allo spazio oberdan fino al 18 ottobre in copia restaurata. se lo perdete, non avete scuse.
treninellanotte@gmail.com
domenica 30 settembre 2012
ciao, venerdì
e dunque, dalla settimana che sta per cominciare, le prime visioni dei film saranno al giovedì e non più al venerdì. è un disperato tentativo dei distributori e degli esercenti per raggranellare spettatori. un po', mi dispiace. il venerdì è un giorno magico, ha in sé qualcosa di attraente e misterioso, come una donna vista di spalle. sembra il confine perenne tra l'età adulta e una necessaria, ma effimera, promessa di felicità. o anche solo di silenzio: milano, il sabato mattina, urla di meno. pensateci: robinson crusoe non avrebbe mai chiamato il suo coinquilino lunedì. e del resto, basta girare per milano in bici per scoprire che il venerdì sera è quasi peggio del sabato sera. il numero di beoti motorizzati (quelli della serie: il mio membro è la mia auto) schizza alle stelle, le ciclabili diventano parcheggi e dove non c'è un veicolo c'è il baracchino degli hamburger. era buono quello in via gioia, ma ora è sparito. meglio girare a destra e fermarsi al kebab indiano dopo la stazione centrale. consigliatissimo.
il giovedì, anche se è la sera del critical mass, ha molto meno fascino: ne aveva quando ero adolescente e andavo a teatro con la scuola portandomi la radiolina per ascoltare le coppe europee di pallacanestro (poi ci si chiede perché uno adori il cinema). oggi basta accendere internet e inoltre - per quanto ami la pallacanestro - non sono più un tifoso sfegatato. sono solo sfegatato, nel senso che al campetto, quando vado a fare due tiri, arriva l'ambulanza dopo pochi minuti. di più: al giovedì c'è l'europa league di calcio, la coppa dei poveretti: infatti, di solito, quel giorno il genoa gioca le amichevoli a lavagna. mi sembra, addirittura, che al liceo il giovedì avessi matematica e biologia e il venerdì italiano ed educazione fisica, o storia ed educazione fisica. ovvero, i grafici di proiezione di non ho mai capito che cosa o le malattie delle vacche contro ungaretti, le origini del fascismo e la corsa campestre. non so se ho reso l'idea.
ma poi, in realtà, tutto questo discorso è inutile. alle prime dei film non vado mai.
gli attori sono ancora impacciati, il regista incerto e i pop corn freddi. non ne vale la pena.
treninellanotte@gmail.com
il giovedì, anche se è la sera del critical mass, ha molto meno fascino: ne aveva quando ero adolescente e andavo a teatro con la scuola portandomi la radiolina per ascoltare le coppe europee di pallacanestro (poi ci si chiede perché uno adori il cinema). oggi basta accendere internet e inoltre - per quanto ami la pallacanestro - non sono più un tifoso sfegatato. sono solo sfegatato, nel senso che al campetto, quando vado a fare due tiri, arriva l'ambulanza dopo pochi minuti. di più: al giovedì c'è l'europa league di calcio, la coppa dei poveretti: infatti, di solito, quel giorno il genoa gioca le amichevoli a lavagna. mi sembra, addirittura, che al liceo il giovedì avessi matematica e biologia e il venerdì italiano ed educazione fisica, o storia ed educazione fisica. ovvero, i grafici di proiezione di non ho mai capito che cosa o le malattie delle vacche contro ungaretti, le origini del fascismo e la corsa campestre. non so se ho reso l'idea.
ma poi, in realtà, tutto questo discorso è inutile. alle prime dei film non vado mai.
gli attori sono ancora impacciati, il regista incerto e i pop corn freddi. non ne vale la pena.
treninellanotte@gmail.com
fatevi del bene
l'intervallo, di di costanzo, uno dei migliori esordi italiani che ricordi, è ancora al cinema palestrina. fatevi del bene, andate a vederlo.
treninellanotte@gmail.com
ferrara a lodi (ma non è la spal)
butto uno sguardo fuori città ma non troppo. e poi è un piccolo gioiello lodi, dove domani comincia il film festival, curiosamente distribuito sui primi tre giorni della settimana. non domandatemi perché. resta il fatto che il programma è molto interessante. ci sono tre appuntamenti con il cinema di abel ferrara (tra cui il recente napoli napoli napoli, mercoledì alle 18), una serata - quella di martedì - dedicata al corto girato con l'iphone night fishing di park chan-wook e a l'estate di giacomo di comodin e un incontro con sebastiano filocamo, protagonista di tutti i rumori del mare, che viene proposto mercoledì alle 20 (prima della conversazione con l'attore). la sera stessa, alle 22, il bellissimo i colori della passione, di majewski.
ma più di tutto mi piacerebbe rivedere la jetée di marker, martedì alle 19.45...
qui trovate il programma completo. e anche il canale youtube. appuntamento al cinema moderno di corso adda 97. l'ingresso giornaliero costa 4,50 euro.
buone visioni
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte
uomo bianco, va' col tuo dio, di sarafian, stasera alle 21.15 in via de castillia per il zarbo cinema d'essai
domani, lunedì 1, secondo appuntamento con il noir in viale monza
treninellanotte@gmail.com
ma più di tutto mi piacerebbe rivedere la jetée di marker, martedì alle 19.45...
qui trovate il programma completo. e anche il canale youtube. appuntamento al cinema moderno di corso adda 97. l'ingresso giornaliero costa 4,50 euro.
buone visioni
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte
uomo bianco, va' col tuo dio, di sarafian, stasera alle 21.15 in via de castillia per il zarbo cinema d'essai
domani, lunedì 1, secondo appuntamento con il noir in viale monza
treninellanotte@gmail.com