this must be the place, di paolo sorrentino, con sean penn, frances mcdormand, eve hewson (ita/fra/irl, 2011, 118')
appunti sparsi dopo una visione sofferta. sorrentino ragiona per immagini: in modo più controllato rispetto ad altri suoi film, ma continua a farlo. a volte splendidamente. e racconta la caccia a un criminale nazista con un tono e una trama assolutamente inusuali: una rock star che sembra il fratello minore di edward mani di forbice, più consapevole ma più infantile. il suo viaggio dettato dalla morte del padre e il conseguente approdo all'età adulta non sono una novità, ma non ricordo molti film italiani che abbiano il coraggio di trattare il tema della memoria dell'olocausto concedendosi nerissime ironie (il numero sul braccio scambiato per quello del telefono). cheyenne-sean penn ragiona come un bambino e si vendica come un bambino. cioè con ferocia ben più dolorosa di un colpo di pistola. tra i due lembi del film (cheyenne che si trucca-cheyenne rinato), la parabola di una rock star che è rimasta star ma ha perso il rock. o forse non lo ha mai avuto. e rimane con l'amarezza di una vita inutile, in una casa vuota di figli e piena di rimorsi, vanamente ammorbiditi dalle visite alla tomba di un fan che lo ha scambiato per un profeta. sorrentino, innamorato dell'america remota o dell'iconografia dell'america remota, è abile nel creare un film-scaffale della musica che ama e nel rimandare le spiegazioni, evitare risposte, disegnare suggestioni: il pattinatore che cade nel parco come il senso di una vita lineare ma interrotta nel dolore; la valigia con le rotelle come l'eterno trascinarsi dei nodi non sciolti; l'autostoppista indiano che si fa lasciare in mezzo al nulla come l'impossibilità di capire e seguire tutto (in america e nella vita). la macchina da presa che per tre volte gira l'angolo e si avvicina al criminale nazista, "sfogliandone" i ricordi, è cinema bellissimo. ma si esce come da tutti i film di sorrentino: hai voglia di asciugare le immagini rimaste nella memoria per denudare l'essenza di ciò che è stato raccontato. che, del resto, è ciò che ama chi ama parlare di cinema.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte: il bellissimo this is england, di meadows, in via solari il 30 marzo.
treninellanotte@gmail.com
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