da parte mia, qualche osservazione.
bella addormentata racconta il nostro ombelico? un accidenti. piuttosto, racconta l'ombelico di un paese. e lo fa anche, secondo me, con una certa efficacia. resto dell'idea che il pubblico vada spinto a sfidare un film come quello di bellocchio (che poi sfida non è, se si pensa a cos'era il bellocchio di altre pellicole). insomma, se un film parla a poche persone non è necessariamente un film sbagliato. forse è il pubblico che ha perso voglia di vedere (non di guardare).
finiamola con questa storia del cinema per pochi. ci sono buonissimi film italiani che hanno poco pubblico non perché particolarmente sofisticati ma perché il pubblico è spesso pigro, poco disposto a mettersi in gioco, afflitto dalla logica dello "speriamo che finisca bene", come se fosse inter-milan. faccio lo snob? no. voglio continuare a vedere film che mi mettono in difficoltà, da vari punti di vista. e spero che chi fa un cinema "per elite", come scrive bonami, non rinunci per incassare il triplo.
i soldi sono pubblici? pago le tasse più volentieri per un giovane regista che il canone per don matteo. e credo che se ci affidassimo solo alle produzioni con soldi della tv, un cinema davvero diverso dal solito lo vedremmo poco.
non si comprende come mai un romanzo possa essere impegnativo, un film no. estremizzando: viaggio al termine della notte, di celine, o qualunque pagina di philip roth è più difficile da leggere di dan brown. però ti fa godere. cosa facciamo? riscriviamo celine in forma di fiction? o ci sforziamo di leggerlo?
paragonare chaplin a bellocchio è assurdo, non per la diversa statura dei due cineasti ma perché fanno, semplicemente, cinema diverso, in epoche diverse, per un pubblico diverso.
il cinema italiano incassa meno? aiutiamolo a crescere, quando merita.
treninellanotte@gmail.com