il gioiellino, di andrea molaioli, con toni servillo, remo girone, renato carpentieri (ita/fra, 2011, 110')
"i soldi non ci sono più... e allora? dove il troviamo?"
"inventiamoceli"
(da il gioiellino)
"milk street" all'italiana. ritratto tagliente della tipica impresa di famiglia, tutta casa, chiesa, nepotismo, struscio in piazza e squadra di calcio. e valori esibiti come slogan pubblicitari: ma quando, all'inizio del film, il cavalier rastelli ha finito di pavoneggiarsi davanti a prelati e parlamentari, la macchina da presa scava nella sede silenziosa della sua azienda. come dire, sono parole vuote. sono libri senza pagine, come quelli nella biblioteca del premier. alla fine, se non hai le protezioni giuste, affondi. nella neve, come rastelli durante il viaggio a mosca. servillo presta le sue rughe elastiche a un astuto contadino diventato contabile, ultimo giapponese di un pugno di dirigenti che si sono bevuti tutto, anche gli scrupoli. ottima la colonna sonora (che, a tratti, ricorda le musichette da spot), ottima l'elaborazione grafica del marchio leda (che richiama, efficacemente, quello della parmalat) e pure la fotografia, sempre più nitida e poi sempre più cupa. però il film, rivisto, sembra non avere un'anima precisa: non ha lo spessore del cinema di denuncia né la forza di un vero dramma, meno ancora della commedia satirica. peccato.
treninellanotte@gmail.com
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