"io me la sento scialla/non c'è un'altra via d'uscita/nell'averla vinta mentre lotto contro questa vita... è scialla come un bambino in braccio alla sua mamma/vivi con il sorriso anche se sei in mezzo al dramma"
(da scialla, di amir)

risultato, ci sono ancora commedie italiane ben scritte, cioè capaci di tessere una trama e di condurla in modo efficace sino alla fine, riannodando i fili per il gusto dello spettatore. che conoscono e cercano di rispettare il senso del ritmo. che guardano fuori dalla finestra e non dentro lo schermo al plasma, cioè alla vita e non all'immaginario televisivo (che il film, piuttosto, finisce per sfruttare e mettere in gioco con il lupo cattivo della situazione). che hanno il coraggio del disincanto divertito, molto livornese, molto ovosodo, come il regista, francesco bruni, sceneggiatore storico di paolo virzì (e adesso capiamo meglio come funzioni il cinema di virzì). che non vogliono scattare ritratti generazionali, e proprio per questo finiscono per riuscirci. e che parlano agli adulti raccontando dei loro figli. facendosi perdonare la romanità inesportabile, qualche luogo comune, la gigioneria di bentivoglio, troppa fiducia nei giochi del destino.
occhio - anzi, orecchio - alla colonna sonora. merita. e racconta tanto.
il trailer del film
cosa c'è da vedere a milano/l'agenda di treninellanotte - la nuova rassegna del sabato pomeriggio organizzata dalla "scheggia".
treninellanotte@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento