
perché si chiamano b-movies? in effetti, non ci avevo mai pensato: per gli americani, il concetto di "serie b" non esiste.
pare allora che ci siano due spiegazioni. il termine deriva da "
bottom of the bill", perché questi film, nati dell'america degli anni '30 come produzioni a basso costo, venivano proiettati a corredo di pellicole più quotate: si entrava con un biglietto per due spettacoli e il titolo del secondo, il peggiore, era al fondo (
bottom) del manifesto. spiegazione alternativa: di questi film si diceva che fossero "
bread and butter", pane e burro, espressione americana per dire che erano pellicole con cui ci si guadagnava da vivere.
lo scopro leggendo il programma di
b-movie festival, che arriva a milano dal
14 al 18 novembre, a
palazzo morando (via sant'andrea 6). cinque serate dedicate al
poliziesco all'italiana, ma, soprattutto, cinque serate con
altrettanti incontri. si comincia il 14 (alle 18.30) con
mark il poliziotto, di stelvio massi: prima del film, conversazione con
stella gasparri, figlia di franco gasparri, protagonista del poliziesco ed eroe della grande epopea del fotoromanzo italiano, e con danilo massi, figlio del regista. stella presenterà il documentario
un volto tra la folla, dedicato al padre, amatissimo dalle fan delle edizioni lancio.

nei giorni successivi (ri)vedremo
milano trema: la polizia vuole giustizia, di sergio martino (il 15, con il regista in sala e presentazione di un libro a tema) e il bellissimo
banditi a milano, di lizzani (il 16, con il regista in sala, intervistato da un docente di storia del cinema); ma ci sarà anche un pomeriggio (il 17) dedicato a
umberto lenzi, personaggio che è sempre gustoso ascoltare dal vivo (a parte la possibilità di rivedere
milano odia: la polizia non può sparare). seguirà un documentario -
italia 70: il cinema a mano armata - curato, fra gli altri, da steve della casa. ma la rassegna non poteva che chiudersi con il grande noir dei navigli
milano calibro 9, di di leo, il 18...
certo, sono film che tutti i cultori hanno visto e rivisto (tranne forse il secondo), ma ripassare fa sempre bene e il valore aggiunto, qui, sono gli ospiti. e la possibilità di parlare dal vivo con chi ha vissuto una piccola-grande epopea del cinema italiano, fatta spesso di altissimo artigianato. e anche quando l'artigianato alto non era, ci andava benone lo stesso...
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