muffa, di ali aydin, con eran kesal, muhammet uzuner, tansu bicer (turchia/germania, 2012, 94')
il vetrinometro: sette vetrine
al cinema apollo
nella storia di un anziano padre, guardiano delle ferrovie, che vuole a tutti i costi sapere che fine abbia fatto il figlio, scomparso 18 anni prima per aver espresso opinioni contrarie al governo turco, l'ostinazione della memoria, imposta da un affetto rubato, e ormai unica ragione di vita. come specchio di un paese - non certo il solo - che nasconde sotto il tappeto (o nel posto dove si manda chi non si piega, si direbbe più tragicamente in questo film) i ricordi scomodi e chi vuole sollevarli. cinema dilatato e contemplativo, nel senso che richiede allo spettatore un'osservazione attenta e paziente (come già il bellissimo c'era una volta in anatolia, di muri bilge ceylan), un'immersione lenta (e non è un difetto) nei ritmi della tragedia raccontata. che sono, del resto, quelli di un vedovo malato, incredulo e denigrato, in attesa solo di un'ultima risposta dalla vita e di una turchia interna, di colline verdi, vite marginali, pneumatici in fiamme e banali crudeltà quotidiane.
e tutto, in fondo, è in quella corsa iniziale del padre lungo la ferrovia - che ha una ragione ma è pure un simbolo fortissimo -, in quel tavolo e in quel tacere che dividono il vecchio dal poliziotto e nel finale. che porta un oggetto destinato a fermarsi lì, sul cuore dello spettatore.
muffa, quella che trovi quando hai abbandonato qualcosa per troppo tempo. per esempio, sotto il tappeto dei ricordi da dimenticare.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte: il festival del cinema d'asia, africa e america latina a milano
lo splendido hunger, di steve mcqueen, lunedì sera al cinecircolo di viale monza 140 (ore 21, ingresso libero)
treninellanotte@gmail.com
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