mercoledì 25 luglio 2012
è il momento di rivedere bis
we're movin' on up/to the east side/to a deluxe apartment in the sky/movin' on up/to the east side/we finally got a piece of the pie
(dalla sigla dei jefferson, movin' on up)
rivisti di recente, mi sono parsi come la pallacanestro degli anni '80. vagamente dilatati nei tempi e nei modi. ma, quasi quanto la pallacanestro degli anni '80, i jefferson hanno contribuito a segnare una stagione della mia vita. come george e mildred o i muppets (o superbasket...), sono stati un appuntamento fisso di mille pomeriggi e forse la prima lezione di sit-com: ingresso da destra, battuta, replica, controbattuta, risata registrata in sottofondo (quelle che facevano incazzare allen in io e annie: "ci sono le pernacchie?"), nuova battuta, risata più forte e applausi. c'erano lui, george, il ricco rifatto arrogante e ambizioso che oggi ci ha lasciato, la moglie comprensiva, gli amici lui bianco/lei nera, il vicino inglese, stupido come gli americani pensano siano stupidi gli inglesi. e, naturalmente, la cameriera petulante e la suocera velenosa. sullo sfondo, la catena di tintorie che ha reso tutti ricchi (e promette la fetta torta di cui parla la canzone sui titoli di testa) e le solite lezioncine morali che non mancavano mai.
poi, anni dopo, ho visto bamboozled, di spike lee, storia di uno sceneggiatore tv di colore che ripropone i minstrel show dell'ottocento, gli spettacoli in cui i bianchi si coloravano il volto da neri e si comportavano da stupidi selvaggi, scatendando risate. solo che, in questo film, ad andare in onda sono attori veramente di colore, in quella che all'inizio è una provocazione e poi diventa un successo travolgente e imbarazzante. con conseguenze letali... una riflessione sul rapporto fra mass media e razzismo, fra identità e rappresentazione dei neri in una black comedy (black nel senso inglese del termine...) girata quasi interamente in digitale, usando anche undici telecamere contemporaneamente.
bamboozled si conclude con il montaggio di spezzoni di film e sit-com e, tra quelle, anche i jefferson. simbolo, per il regista, di neri mandati in scena per far ridere i bianchi, mentre fanno di tutto per imitare proprio i modelli culturali dei bianchi (pur rivendicando il loro orgoglio nero, ma in un modo che, probabilmente, fa ancora più infuriare lee). per me, fu un piccolo choc. da che parte stare? da quella dei jefferson o da quella del regista barricadero di fa' la cosa giusta?
temo di non aver mai scelto. forse non sceglierò mai. anzi, stasera voglio scegliere. adesso scelgo. adesso scelgo. ah, no... il campanello... wizzy! florence! possibile che nessuno vada ad aprire!?!
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte: film e ghiaccioli al museo del cinema di viale testi...
tredici cronenberg all'oberdan
all'anteo di via milazzo, sono ancora in cartellone l'estate di giacomo, di comodin e c'era una volta in anatolia, di nuri beige ceylan. meritano.
treninellanotte@gmail.com
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