no - i giorni dell'arcobaleno, di pablo larrain, con gael garcia bernal, alfredo castro, antonia zegers (cile, 2012, 110')
eppure resta, commovente, il ritratto di una generazione di oppositori al regime, gente scampata alle camere di tortura, che si ribella a una comunicazione che tiene lontano le lacrime e la rabbia, non usa il dolore come ricatto ma la fantasia per far balenare una gioia futura, gioca con i colori, le provocazioni, la musica, un immaginario anni '80 da spot della cola. tanto da stanare un avversario che sarà costretto a svecchiare persino pinochet.
tutto è intessuto con la vicenda personale di renée, il creativo che guida la campagna, non ideologizzato, non tesserato a un partito, figlio di un nuovo cile (proprio quello del generale) che sa d'america, suggestionato da un forno a microonde che diventa il simbolo di un'epoca e di un padre-bambino. sempre sullo skate, sempre in attrito con chi lo ha scelto, oltre che in perenne attrito con l'autorità e con il cuore. l'uomo che prova a dare un futuro al cile ha, insomma, dei conti in sospeso con il proprio passato.
ma larrain - che si ostina, grazie al cielo, a fare il suo cinema, non il cinema richiesto dal botteghino - sceglie di filmare con una macchina da presa da inizio anni '80, mescolando tutto con materiale d'epoca e creando, quindi, un unico impasto visivo, poco definito, si dirà, ma perfettamente coerente. e gioca con il montaggio descrivendo uno stato d'animo febbrile, quello tipico della creatività (i dialoghi che collegano scene slegate per tempo e luogo).
il finale sceglie la via di un'ambiguità che costringe a riflettere: il cile si è liberato del dittatore, ma non dell'avidità della politica (guardatevi bene la scena dei festeggiamenti) né di nuove forme di dittatura, che sostituiscono mostrine e manganelli con certo meno cruenti modelli culturali. modelli che hanno nutrito la campagna per il no e che trovano pronti chi ha votato sì. come dire: la libertà ha un prezzo.
cosa c'è da vedere a milano - l'agenda di treninellanotte: il documentario dalle terre di nessuno, di elio annese (2009), che racconta la trasformazione della bovisa, dal 1976 al 2008, come specchio dei cambiamenti di milano: lunedì sera alle 20.30 a chiamamilano (via laghetto 9/11) per inzona cinema. ingresso gratuito su prenotazione. il regista sarà presente in sala.
la rassegna sul cinema d'asia, africa e america latina a milano
il cinema di montagna in cineteca dal 15 maggio
treninellanotte@gmail.com
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