tutto parla di te, di alina marazzi, con charlotte rampling, elena radonicich, valerio binasco (83', ita, 2012) - al cinema anteo -
vetrinometro: cinque vetrine
"i bambini sono più forti di noi"
(da tutto parla di te)
i sensi di colpa, la rabbia verso il bambino, la sensazione di essere sole, il corpo che cambia: il lato oscuro della maternità in un film svuotato di uomini, salvo quelli che legano emma, una delle due protagoniste, a una vita precedente, da danzatrice. ora sepolta sotto gli strilli del bebè. la regista non può che essere la stessa di un'ora sola ti vorrei e del bellissimo vogliamo anche le rose, e il suo un film di donne sulle donne, che alterna finzione a immagini di interviste a giovani madri, oltre a fotografie e a due segmenti di animazione che richiamano quel patchwork che era, appunto, il documentario sulla condizione femminile uscito nel 2007.
qui, però, manca quasi del tutto l'azione, il mettere in scena avvenimenti che costruiscano una storia e un senso, quasi si volesse sottolineare (molto debolmente, però) lo stato di sospensione di emma: ci sono quasi solo gesti minimi, attese, sguardi, voci fuori campo, camminate per torino. la stessa relazione fra pauline (charlotte rampling) ed emma (elena radonicich) passa dalla scoperta reciproca alla tensione in modo improvviso, non giustificato, mentre la prima scava nel proprio passato e la seconda cammina sull'orlo della depressione, come lungo i marciapiedi di una città che non copre, con il suo rumore, il pianto del bambino. dovranno andarsene, entrambe, da quel luogo per ritrovare loro stesse - emma finalmente sceglie dei vestiti per sé, davanti allo specchio -, per comprendersi l'una con l'altra. e per fare i conti, una con la propria madre, l'altra con il ruolo di madre. un film fragile, che entra però come uno spillo nel cuore dello spettatore. uomo.
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il trailer del film
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte: il cinema italiano visto da milano, allo spazio oberdan e non solo
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