hunger, di steve mcqueen, con michael fassbender, larry cowan, liam cunningham (ing/irl, 96'/2008)
brevi riflessioni a margine di un film che non vi dovreste perdere. come shame - girato dallo stesso regista tre anni dopo - anche hunger è una pellicola in cui il corpo diventa campo di battaglia. qui, però, non di un'ossessione sessuale autodistruttiva, ma di una guerra religiosa, di un conflitto tra carcerieri e martiri (nel senso originario di testimoni). i carcerieri sono gli inglesi, i martiri gli attivisti nordirlandesi nella prigione di long kesh, alla fine degli anni '70. il significato, le conseguenze - le ferite - di quella guerra passano, nel film, attraverso i pugni sanguinanti del capo delle guardie, un uomo qualunque che si veste da bancario e ingolla un sandwich amaro prima di costringere un altro prigioniero a lavarsi, come attraverso i capelli lerci, la pelle nuda, le ossa sporgenti dei prigionieri stessi. che si rifiutavano di pulirsi e vivevano in celle che essi stessi lordavano, perché uscendo per andare in bagno venivano picchiati, e si vestivano solo di coperte, rifiutando le divise, un modo per chiedere il riconoscimento dello status di prigionieri politici, negato da londra. corpi in lotta, picchiati, esposti con o senza vergogna, violati, usati come nascondigli, ritratti come in un dipinto vivente: la scelta è nitida. e potentissima.
un film (meravigliosamente) senza tregua, feroce per lo sguardo, hunger non è la storia di bobby sands, è una storia con bobby sands. il giovane leader che si lasciò morire di fame entra in scena quando lo spettatore è già immerso nel pozzo del carcere, non è lui a guidarci là in fondo. ma sarà lui a tirarci fuori, in un finale in cui il corpo si disintegra - letteralmente - sotto i nostri occhi e l'anima torna alla purezza - letteralmente - sotto i nostri occhi. o, almeno, torna all'origine di una scelta, del coraggio di una presa di posizione. che bobby aveva imparato da ragazzino, come ci racconta nel lungo colloquio con un sacerdote che avvita coraggiosamente il ritmo del film. quanti saranno? quindici minuti di dialogo con la macchina da presa ferma. ai due lati del tavolo, due anime dell'irlanda spezzata. e, subito dopo, la paziente ripresa di un secondino che lava il piscio da terra, lungo i corridoi della prigione, facendone scivolare rivoli nelle celle. se dentro i corpi non vedi persone, qualcuno avrà il coraggio di rinunciare al proprio corpo.
cosa c'è da vedere a milano-l'agenda di treninellanotte - da martedì 1 maggio, alla mediateca santa teresa in moscova e a sesto san giovanni in piazza montanelli 14, l'edizione 2012 del festival di documentari "docucity": proiezioni, eventi speciali, presentazione di libri.
tra gli appuntamenti, venerdì 4 maggio, un incontro con marco bechis (in mediateca alle 17). ma segnalo anche il curiosissimo cartoon 42 storie da un edificio mondo, di donatello de mattia e francesca cogni, amici di treninellanotte, conosciuti davanti a un piatto di cous cous in questo covo di visionari...(giovedì 3 in mediateca alle 16 circa).
giovedì 3 maggio, miracolo a le havre, di kaurismaki, al cineforum di via settala, ore 21.
e poi, segre, clooney e allen in arrivo al san fedele...
treninellanotte@gmail.com
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