andare al cinema con lo sconto si può. per esempio, stasera al beltrade di via oxilia per the parade, di dragojevic (ore 21). basta dire, alla cassa, "mix the parade". perché mix? lo scoprite qui.treninellanotte@gmail.com
andare al cinema con lo sconto si può. per esempio, stasera al beltrade di via oxilia per the parade, di dragojevic (ore 21). basta dire, alla cassa, "mix the parade". perché mix? lo scoprite qui.
fra le numerose patologie di cui sono affetto, c'è anche un interesse morboso per la corea del nord. a scanso di equivoci, no, non sono di quelli che ne esaltano l'ordine e la parità di opportunità offerte a tutti perché no, non credo che sia necessario costruire un formicaio umano con orrori assortiti per vivere in una società più giusta. mi interessa l'esperimento sociale, l'esempio estremo di organizzazione di una comunità, i metodi di formazione di una mentalità unica, la militarizzazione del pensiero. mi interessa, soprattutto, la comunicazione in corea del nord e sulla corea del nord, ora resa più accessibile dal web. detesto i filmati che i turisti caricano su youtube, pieni di quella stupida spocchia da occidentali illuminati che si fanno beffe delle vigilesse che sembrano danzare agli incroci o dei market che danno un'illusione di libertà. mi interessano i rari documentari realizzati con occhio curioso ma rispettoso. e quello che pubblico qui - north korea: a day in the life, girato da una troupe olandese - è uno degli esempi più interessanti.
è passato alla storia (anche) per gli effetti speciali fatti con la trippa. nel senso che il mostro della palude, inquadrato con lenti particolari, era solo trippa non più fresca. genialità da cinema artigianale in questo caltiki-il mostro immortale, horror del 1959 al quale hanno lavorato due maestri del cinema di genere italiano, riccardo freda (con lo pseudonimo di robert hampton) e mario bava come direttore della fotografia e responsabile degli effetti speciali. benché, secondo marco giusti e il suo stracult - dizionario dei film italiani - cui mi abbevero come un discepolo a un santone indiano - il vero regista sia stato proprio bava. grandi scene notturne e vero terrore, scrive giusti. e io mi fido.
chi è curioso e ha voglia di scoprire il cinema italiano invisibile nelle sale del centro, a milano trova spesso pane per i suoi denti (o come si dirà? luce per i suoi occhi?). il mexico, di via savona, lunedì 10 alle 21.30, porta in città nadea e sveta, di maura delpero (bolzanina trapiantata a bologna, classe 1975), documentario che ha vinto premi e menzioni assortiti. l'universo del film ricorda quello del bellissimo mar nero, di federico bondi, con il tema della maternità al centro e due destini che si incrociano: protagoniste due badanti moldave, i loro rapporti con l'italia, l'amicizia come alleanza, il legame con chi è rimasto a casa.
buone notizie: salvo, il film di fabio grassadonia e antonio piazza vincitore di due premi a cannes, ha trovato un distributore italiano, good films, e arriva in sala dal 27 giugno in 30 copie. in bocca al lupo (del pubblico, feroce e distratto).
da domani, all'oberdan, undici proiezioni della copia restaurata di indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di petri. fino al 29 giugno
per super cultori. un corso in due appuntamenti sul documentario industriale. che, detto così, attira come un palo della luce invece è una miniera di storie, una finestra sul passato del paese (il nostro, ma non solo) e la palestra che ha formato registi come ermanno olmi. appuntamento l'11 e il 18 giugno all'anteo (ore 19.30): nel primo caso con una lezione di giorgio diritti, il regista di il vento fa il suo giro e un giorno devi andare, moderata da paolo mereghetti e con la proiezione di due documentari, fra cui la la via del petrolio di bernardo bertolucci (un fotogramma sopra). il 18, incontro con piera dettassis e fredo valla (allievo di olmi, sceneggiatore di diritti, autore di documentari) e proiezione di due film di gilbert bovay, documentarista svizzero che ha lavorato per l'eni.