scopro per caso che il blockbuster dietro via leoncavallo, vicino a casa mia, diventerà una parafarmacia. tutti i blockbuster, lo diventeranno. non amavo i blockbuster, in realtà. i film cacciati dentro alla rinfusa, nino d'angelo accanto a billy wilder, il sorriso equino di julia roberts moltiplicato per dieci su una parete che pareva un ippodromo, quei dvd rigati, bucati, in cui mancava sempre un pezzo di film. e poi l'invasione progressiva dei videogiochi, gomorra di saviano vicino alla pizza surgelata, no, macché, per un cinefilo snob era come camminare tra le pozzanghere con un abito da cerimonia. dovevi stare attento a non inzaccherarti di normalità, cercando anzi di far notare che tu eri lì di passaggio. al limite, godendo nel far la fila per chiedere al cassiere l'ultimo dei dardenne. che c'era, quasi sempre. facendoti sentire un cretino.
e così, perderò anche il gusto di scivolare tra gli scaffali orecchiando i discorsi delle coppie che sceglievano il film per la serata, esercizio che mi costringeva a mordermi la lingua perché l'istinto era sempre quello, del maniaco scassamaroni, del professorino - come mi bollò un amico, critico di quotidiani - che non resiste alla tentazione di far piacere agli altri quello che piace a lui.
e poi, in fondo è grazie a blockbuster che ho scovato perle inattese, come election, di payne, francesca, di paunescu, oro rosso, di panahi, il fiore del mio segreto, forse il miglior almodovar di sempre, le patatine messicane piccanti... ma quelle non sono un film e comunque le vende anche il cinese di via padova...
insomma, adesso che ne ho capito il valore, il blockbuster chiude. aprirà uno store del benessere: farmaci, cosmetici, pasta, giornali. come dire: il cinema è morto, la fantasia non sta molto bene, almeno comprami un'aspirina. e ho perso anche l'occasione di domandare perché emettessero scontrini così lunghi. forse, sono falliti per quello.
treninellanotte@gmail.com
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