martedì 2 ottobre 2012

è il momento di rivedere

c'è questa storia capitata a torino. dicembre 2011, un'auto investe una famiglia sulle zebre, muore un bambino, i genitori sono gravemente feriti. tra lo sgomento della folla e la fretta dei soccorsi, spariscono l'orologio e l'iphone del padre. salta fuori ora che, a rubare il telefono, furono un gruppo di ragazzini di 13, 14 anni. uno di loro porta a casa l'iphone e il papà gli consiglia, semplicemente, di cambiare la sim. la vicenda emerge a scuola, orecchiata da una prof e ora l'uomo ha patteggiato tre mesi per ricettazione, mentre il ragazzino riceverà un sostegno educativo.

bisogna dire che il genitore condannato ha sempre sostenuto di non conoscere la provenienza del telefonino. comunque, torna in mente il (quasi) finale di il ragazzo con la bicicletta, dei santi fratelli dardenne. ricordate? il giovane protagonista picchia e deruba un edicolante e suo figlio. dopo alterne vicende (che non riassumo, a beneficio di chi non ha visto il film, come avrebbe detto sandro ciotti), il ragazzino viene riconosciuto per strada dal figlio dell'edicolante. che lo rincorre e poi lo colpisce con una sassata, facendolo cadere dall'albero sui cui si era rifugiato. e il papà-ediocolante, cosa dice al suo ragazzo? non raccontare cosa è successo, diciamo che si è fatto male da solo. e fa sparire il sasso.

non è più nemmeno solo l'incapacità dei padri a educare (come in in un mondo migliore, della blier): è la logica del farla franca e del farsi furbi (il mondo è tondo e chi non sa stare a galla va a fondo, insegnava tognazzi al suo bimbo nel primo episodio de i mostri), ma anche del comprarsi la coscienza pulita. comprarsela mentendo o comprarsela materialmente, come i padri dei giovani stupratori nel superbo poetry, di lee chang-dong.

tra l'altro, tutti film che è possibile vedere anche su iphone. male, ma si può.

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treninellanotte@gmail.com

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