giovedì 4 ottobre 2012

più rosso che blu

il rosso e il blu, di giuseppe piccioni, con margherita buy, riccardo scamarcio, roberto herlitzka (ita, 2012, 90' - dal libro di marco lodoli) - all'apollo di milano

vetrinometro: cinque vetrine


«un giorno ho detto in classe: "scrivete sul quaderno questi titoli di romanzi, per chi quest'estate avesse voglia di leggere qualcosa di interessante", e quasi tutti i miei alunni hanno preso il telefonino. "dico, scrivete questi titoli", e una simpatica ragazza di tor bella monaca ha replicato seria seria: "li sto scrivendo al cellulare cosí stanno al sicuro"».

(da il rosso e il blu, di lodoli)

il sapere rischia di morire, ridotto a nozioni da quiz televisivo o cruciverba prima di dormire. in sé e per sé è inutile come il pianto antico recitato occupandosi del ritmo e non del significato. poi irrompono i tempi e i modi imprevedibili della vita, il caos delle passioni, il bisogno di trovare un senso (oddio, dal carducci a vasco) e torna indispensabile cercare risposte in chi ha già scritto, dipinto, composto, forse anche fatto film. e così, l'anziano professore, forse già conscio di problemi di salute che renderanno inutile il salto dalla finestra, lascia agli studenti pronti per le vacanze un testamento spirituale che ribalta la sua figura di vecchio scettico. e restituisce una speranza, pur flebile, alla sua professione.

è il momento-chiave, secondo me, di un film che racconta tre fasi nella vita di - credo - molti insegnanti ma - credo - non solo insegnanti. c'è il giovane supplente irrorato di passione però ancora un po' troppo studente (si siede fra i banchi, cade in aula, attende l'ultima campanella come l'esplosione di una bomba) e, soprattutto, un po' troppo ragazzo. c'è la preside più professionale, che ha portato la propria vita fuori dalle classi, dove alla lunga non sopporterebbe di avere tra i piedi nemmeno un cane (complimento indiretto a un marito noiosissimo), anche perché la madre è costretta a farla a scuola: cameriera, tassista, assistente sociale, infermiera, educatrice (pure del supplente). e c'è l'anziano prof disincantato che non legge più i libri perché li sa a memoria, ma in realtà sembra sapere a memoria la vita. finché quella ti sorprende, molto più di quanto possa fare qualunque pagina o fotogramma.

e come ti sorprende, la vita? restituendoti qualcosa che hai seminato - magari distrattamente - e che poi avevi dimenticato o perso. come una lezione di cui tutti parlavano con entusiasmo, una delle tante. in fondo, nella carriera di un docente, le lezioni fatte si accumulano come le penne usate. che poi, magari, si smarriscono, e si ripescano dove meno te lo aspetti.

il rosso e il blu conserva il tratto amaro e riflessivo del cinema di piccioni e il gusto del regista romano nel raccontare piccole rivoluzioni in vite normali (penso a fuori dal mondo e la vita che vorrei), costruendo un film che decolla davvero solo quando è in scena herlitzka, al punto che si arriva a desiderare lui come vero, unico protagonista. e invece, la vicenda della preside e di brugnoli più che aperta sembra irrisolta, interrotta proprio quando i personaggi cominciano davvero a trasformarsi e quella del supplente, malgrado spunti brillanti (la sedia che non si trova) e affettuosi (la visita in cartoleria), sfiora lo scamarcismo, il tremetrisopralacattedra.

e poi c'è l'inserto dello studente romeno e della sua fidanzata fatale, fotografia di un'italia in cui un immigrato deve sempre dire grazie e, pur di garantire al figlio un futuro migliore in questo paese, copre un mancato parricidio. quasi un soggetto per un altra pellicola. qui, invece, completamento di un aspetto centrale di il rosso e il blu, la riflessione sul rapporto fra dentro e fuori la scuola. ma che non sembra dialogare davvero con il resto del film, anche se è interessante la scelta di girare gli sfoghi della ragazza con il telefonino dello studente, segnalando il salto generazionale fra due modi di raccontare con le immagini in movimento.

resta infine interessante il confronto con il trailer, che attira con la promessa di una commedia d'altri toni. e, giustamente, nasconde il meglio.

treninellanotte@gmail.com

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