poetry, di lee chang-dong, con yu junghee, lee david, kim hira (s. corea/2010/135')
un film sulla necessità di fare cinema (e arte, in generale) ricercando la verità. con il suo taccuino tascabile, mija è detective e poetessa al tempo stesso: appunta versi mentre ricostruisce, a modo suo, il crimine in cui è coinvolto il nipote. e, alla fine, sarà la sola a produrre una poesia per il corso, perché avrà concretizzato l'insegnamento del maestro. ha saputo "vedere". che è soprattutto un atto morale, tale da comportare scelte educative strazianti come consegnare il nipote alla polizia. e non nascondere tutto sotto un tappeto di soldi. mija la smemorata, mija la svagata, mija che esce ad ammirare un vaso di fiori mentre i padri degli altri ragazzi risolvono una faccenda di stupro e suicidio come l'acquisto di un'auto usata. mija che conosce l'orrore e può vedere la bellezza. mija che ha perso le parole: per colpire la coscienza del nipote, lo mette di fronte alla foto della vittima. gli ultimi dieci minuti di film si aggrappano agli occhi e al cuore. cinema superbo.
treninellanotte@gmail.com
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