l'estate di giacomo, di alessandro comodin, con giacomo zulian, stefania comodin, barbara colombo (ita/2011/78') - al cinema anteo
la timida intuizione dell'amore in un'estate sul tagliamento, in friuli. un ragazzo cui un intervento ha appena restiuito l'udito e due ragazze. il film di comodin sembra tutto qui. non offre allo spettatore altri elementi per orientarsi. è il racconto magico di una stagione e comincia con giacomo e la sua amica stefania che si perdono nel bosco dopo che lui, volutamente, durante un'escursione, non segue lo stesso percorso dell'anno precedente, ma sceglie una strada nuova. il resto sono i giochi lungo il fiume, la scoperta del corpo, le sorprese della campagna immersa nel sole, un ballo alla festa di paese, una corsa in bici che è un afferrare lembi di felicità. l'estate di giacomo percorre il confine tra l'adolescenza e un'età più adulta con estrema sensibilità, mai con invadenza, con un'accurata scelta di che cosa fare vedere e come. e coglie i piccolissimi avvenimenti e le emozioni che segnano il superamento di quel confine. non escluso il momento in cui l'attrazione fisica si mescola a un sentimento che la giovane età fatica a distinguere. e, quindi, un fragile equilibrio si spezza.
non è sempre un personaggio gradevole, giacomo. è rumoroso, può cogliere impreparati, infastidire, urtare ("esiste un'incomunicabilità di base tra udenti e non udenti", spiega comodin). il film non è un viaggio verso sponde rassicuranti. è il frutto di un pedinamento del protagonista, in cui la realtà si mescola alla finzione: comodin ha però filmato questo ragazzo, fratello di un amico (mentre stefania è la sorella del regista), seguendo il corso degli avvenimenti. lo stesso episodio del sentiero smarrito è autentico. come è autentica la parte finale del film, in cui vediamo giacomo e una seconda ragazza, barbara. che davvero il protagonista ha incontrato durante la lavorazione, della quale davvero si è innamorato, dalla quale davvero ha ricevuto la lettera che ascoltiamo.
l'estate di giacomo nasce in realtà da un progetto molto più articolato, perché il giovane regista voleva raccontare il protagonista prima, dopo e durante una complessa operazione per recuperare l'udito. e, in effetti, comodin ha raccolto tutto questo materiale, a partire dal 2009, con l'intenzione di documentare il passaggio dalla sordità alla capacità di comunicare pienamente. poi, però, ha deciso di montare solo la prima inquadratura in cui giacomo porta l'apparecchio, non mostrare il successivo intervento e riservare la quasi totalità della pellicola a ciò che accade dopo l'operazione, "perché il film parla di una trasformazione senza dirlo esplicitamente", spiega il filmaker in un'intervista. ed è la trasformazione della crescita. per esempio, dai goffi tentativi di toccare stefania all'abbraccio con barbara. dall'intuire allo scoprire.
non sorprende che comodin indichi, fra i propri modelli, il thailandese weerasethakul, quello de lo zio boonmee... fatte le dovute proporzioni, alla base c'è la stessa idea di cinema. far guardare, prima che far ascoltare o ricostruire una trama, disorientare lo spettatore per accompagnarlo verso visioni più profonde, avvicinare il film al flusso di coscienza.
premiato da locarno al portogallo, passando per la francia (dove ha riscosso grande interesse), l'estate di giacomo esce ora anche a milano. afferratelo al volo.
treninellanotte@gmail.com
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